La messa in scena dello scandalo

aforismi di Velio Carratoni

apparsi sulla rivista Fermenti n. 224

Eppure non si fa che parlare d'amore.

Per me amare è un'ossessione. Così mi capitano persone sbagliate.

Se reciti in amore, fai crescere il piacere in te e nel partner. Se ti attieni alla verità del contatto, tutto si smorza e passa in seconda linea.

Se l'amore desse solo gioie, sarebbe noioso.

I dolori derivano dalle attese, dai sospetti, dai timori. Le gioie da tanti inutili forzature che si dileguano in fretta.

I veri soddisfatti di sé sono quelli che sentono poco, per abulia, per limitatezza. Sono gli eterni distratti che per non pensare si rendono animali d'occasione, sempre pronti a sfiorare i piaceri, evitandoli quando possono essere intensi.

Bisogna avere il coraggio di non esistere.

Se ti immedesimi negli altri divieni gioco forza complice e responsabile di tan­te rovine.

La provocazione è diventata routine. Difficilmente colpisce.

Dissacrare in nome di un fenomeno industriale di massa.

Per fare spettacolo, mostrare, mostrare. Anche negli angoli più reconditi e inac­cessibili

Non fa più effetto vedere. Tutto ormai è stato mostrato.

Un tempo un fallo era troppo. Oggi tre, anche contemporaneamente, sono pochi. In attesa di altri in fila

Se partecipi a una trasmissione non mostrare tanto gli occhi, il volto, i capelli, le braccia che poi alla fine sono sempre quelli. Mostra gli slip per colpire. Soprattutto colorati.

Quale specie d'amore ci vuole per fare l'amore?

Truffare, tradire, violentare, stuprare. Per amore.

L'amore è una prigione necessaria.

Chi rinnega l'amore non può far altro che barattarlo come mercé di scambio o come valore di cui liberarsi per bisogno. E in quel frangente si scopre quanto è necessario.

Ci sta addosso come una patria, anche quando siamo lontani. Lo vituperiamo per le sue storture, per i suoi condizionamenti, ma non possiamo buttarlo via. Ci appartiene anche se è fonte di ogni nostra rovina. Per questo siamo vittime del suo richiamo.

Per l'amore sempre più i minuti contati.

Fuggire dall'amore per rinnovare la vita.

Lei: "Tradisco per gusto di sentirmi viva.
Per essere al di fuori di tanti schemi.
Per superare la famiglia.
Per vincere ogni forma di possessione.
Per sentirmi inferiore a lui.
Per non dimostrare che sono appagata di lui.
Per gustare certi sensi di colpa che mi rendono complice e schiava della disubbidienza.
Tradire mi eccita.
Tradire mi fa rischiare. Rischiando mi sento viva e desiderata.
Vorrei tanto strangolare un uomo con le mie gambe."

In certe parti da dove escono sostanze putride si provano i piaceri più intensi.

Doppia penetrazione. Per superare il rapporto esclusivo.

La donna vera, quasi sempre è spenta o abulica o frigida.

Che differenza abissale tra la ragazza copertina e quella vera. Tra l'immagine diffusa dagli schermi televisivi e quella della vita di tutti i giorni che incontria­mo in ogni via o angolo di strada.

La donna erotica è per lo più una finzione, imposta dall'industria dell'immagine.

Per pubblicizzare il prodotto porno, tutte le donne farebbero solo quello e nei modi più turpi e più espliciti. Ma nella realtà, la maggioranza è costituita da spe­cie di educande o semi tali che detestano ogni forma di apertura per pigrizia, dappochezza, paura, sprovvedutezza congenita per colpa di una società ottusa o essenzialmente burocratica.

Non resta dunque che fingere: beate quelle che possono o sanno farlo.

Gli ossessi del sesso passano la loro esistenza a pensare al sesso piuttosto che a praticarlo. Così si acuiscono le ossessioni, aumentando le patologie.

Perché poi se il sesso viene rincorso, genera tanta paura?

Dal grande amore al grigiore del risentimento e della solitudine, prima della vendetta.

Qualcuno insiste sulla gratuità dell'amore. Ma non c'è tassa più gravosa che ne consegue.

Tutto viene rinfacciato al momento adatto. Anche il silenzio è nell'elenco. Un silenzio odioso che serve per calcolare e per recriminare.

Tanto a grammo. Questo è il costo che si applica dopo l'amore. Paga sempre il più debole e il meno accorto.

Amare da morire l'uomo. Per poi odiarlo fino all'indifferenza.

Le avventure attraggono per un calo accentuato del desiderio codificato.

Partner. Un odioso competitore da annientare. Per farlo rivivere come compli-ce ritardato, incapace di esserlo sul serio.

Uomini sempre più gelidi. Donne più capaci di andare fino in fondo, purché ci siano presupposti di avventure senza capo né coda.

Che i tradimenti salvino le ragioni del cuore.

La voce di una donna riesce a convincere l'indeciso più riottoso. Non si tratta di seduzione ma di semplice persuasione che proviene da meandri inespressi.

L'amore virtuale svuota ogni forma autentica per debellare una natura sempre più inutile e ingombrante, in quanto bella.

La donna ha sempre più bisogno di fare a meno dell'uomo. Per sentirsi libera e padrona di sé. Che rimane dei connotati ancestrali?

Il matrimonio abbrutisce. La fede impoverisce. Gli impegni opprimono. La vi­ta ci va stretta. L'aria intossica. I sentimenti svaniscono. Il sesso è solo fonte di commercio. Il gioco serve per barare. Così via di seguito verso il vuoto a per­dere. Per guadagnare l'illusione di sopravvivere.

Il futuro appartiene alle donne. Per declassare sempre più l'uomo. Per renderlo valore nullo. Dopo tanto strapotere di secoli. E il rapporto genetico tra i due ses­si? Favole che non sminuiscono il concetto secondo cui certi apparati femmini­li non potranno mai eguagliare la banalità dell'uomo sempre più inutile

Velio Carratoni