Note di lettura per "Di chi è il bambino" di Lidia Gargiulo

Il computo esatto del tempo è un lusso da ricchi: al Convegno l'affermazione denuncia e ribadisce l'ossessivo the time is money del cosiddetto mondo civile. Un Redentore povero per il popolo dei poveri e un Redentore dell'Ovest, nato a mezzogiorno. Una terza posizione di Tristan de La Fourche, riflettendo sulle disuguaglianze (Ma è proprio vero - mi chiedo - che le stelle appartengono a tutti?), tenta di spiegarle ipotizzando incroci e scambi di bimbi e di madri... Qual è il pensiero dell'autrice: un relativismo leopardiano e pirandelliano, per il quale è impossibile conciliare gli opposti? Resta comunque, per tutti, il comune bisogno di ninne-nanne natalizie e l'attesa di un Redentore. Su questo, forse, lavora chi alleva i greggi degli uomini. Questo originale poemetto, ricco di ironia e di pensiero, ci immette nel mondo contemporaneo con stile fluido e teatrale.

Lea Canducci

Lidia Gargiulo racconta una favola in versi deliziosa, extravagante e, pur alleggerita dal gioco teatrale, istruttiva: una paradossale Ricostruzione della Natività, una gara di appropriazioni e mistificazioni fra gli Opulenti e gli Affamati, con sguardo ironico, talora sarcastico, su squilibri e conflitti della realtà planetaria. La simpatia dell'autrice va al dotto, triste ed estroso Tristano: Tutte le svolte della Storia son dovute / alla saggezza lieve dell'Azzardo; non ha senso chiedersi di chi è il bambino: che ciascuno lo immagini simile a sé / il Dio pic-colino che nasce. a Tristano si oppone la Verità Una del Potere. La vocazione gnomica-fantastica di Lidia Gargiulo si avvale del linguaggio sostenuto e insieme vivace del conte philosophique di calviniana leggerezza.

Claudia Pagan valerio

Se, come pare, ben dodici città della Grecia si contendevano l'onore di aver dato i natali ad Omero, figurarsi se le nazioni odierne non sono capaci di illudersi addirittura, ciascuna per conto suo, di aver ospitato, a tempo debito, la culla di Gesù Bambino: un "Dio piccolino" che naturalmente ciascuno si fabbrica a propria immagine e somiglianzà. Sotto forma di racconto natalizio, Lidia Gargiulo costruisce, su un ritmo dinoccolato da soul jazz, la satira di quanti, tetragoni al dubbio, pretendono di possedere una qualche verità definitiva. Un apologo pungente, non privo di risvolti pirandelliani. Come dire: ciascuno a suo modo, c'è posto per tutti. E ognuno si tenga il Dio che si merita.

Roberto Pagan