Candidi asfodeli e vezzose ortiche

di Gemma Forti

Recensione di Carmelo Depetro

Poetessa affermata e scrittrice è GEMMA FORTI, romana, (1944), di cui la casa editrice FERMENTI ha pubblicato la nuova raccolta di versi (1998-2003), CANDIDI ASFODELI E VEZZOSE ORTICHE, (2004, pp. 60).

La poetessa in questo libretto è dominata dal bisogno di sperimentare tecniche nuove sia sul piano linguistico che su quello stilistico, bisogno di innovazioni radicali che portano, per conseguenza, fino all'assurdo del non-senso. Ma quello della Forti è un assurdo che rimprovera la stupidità materiale della vita quotidiana, della guerra (nella prima sezione), dell'orrore brutale e livido della morte (nella seconda), della distruzione e del disfacimento fisico (nella terza) fino all'assenza totale della ragione nell'ultima Nonsense, ove la sconnessione linguistica riflette l'assoluta insensatezza dell'umanità.

Già il titolo della raccolta mette a nudo le contraddizioni inconciliabili, ma drammatiche e grottesche, della realtà e dell'umanità. Gli asfodeli, chiarisce nell'ottima e puntuale prefazione Donato Di Stasi, sono fiori del giardino ultraterreno che i pagani riservavano ai morti che in vita non erano stati né buoni, né cattivi e l'ortica per i cristiani simboleggia il fuoco infernale. Nella sottile trama del rifiuto ironico di Forti gli asfodeli sono "candidi" e, paradossalmente, le ortiche diventano vezzose.

Perché si conosca la cifra tonale che la Forti usa per questo tipo di materia, basta citare qualche verso, come ad esempio nella chiusa della prima sezione, a pag. 23, "gli uomini del terrore" sono così indicati "Si rintrono di veleni e tossici /Hanno alito fetido / Il loro vomito essicca la terra fertile ".

La disintegrazione non è solo del senso, ma riflette quella dell'assurdo quotidiano, che avviene e nella comunità umana e anche all'interno del mondo intcriore della poetessa. Ad esempio, nella seconda sezione, nella poesia La scommessa, a pag. 34, con tono nervoso e sconnesso ella confessa: "Faremo vedremo agiremo e c'incontreremo / Ci sposeremo fìglieremo divorzieremo / Ci lasceremo fra un anno, fra un mese, fra due / Fra un pò ' ". Lo sguardo sulla società degli uomini ha lo stesso tono di sconcerto, di rifiuto esasperato, come ad esempio nella poesia della terza sezione, in Quest 'epoca, a pag. 47, "Quest 'epoca dì mostri - di vizi - di tristi sfìzi - d'impomatati -di / imbalsamati - di donati / Di tetri vezzi - di biechi scherzi " e così di "sangue fratricida ", di "killer", di "mafia ", di "rapine ", "globalizzazione" e via dicendo.

Nell'ultima parte, in Nonsense, il senso dell'assurdo, del grottesco, del rifiuto è reso bene attraverso forme lessicali estroverse e stranite. Ad esempio, all'inizio della poesia omonima, a pag. 52, la poetessa scrive "Poetare senzA senso / STRalunato /Pensiero ottUso / Ottenebrato velo Mente /Attenuata vernice blu cobAlto" e via di questo passo.

Carmelo Depetro

 

Nella foto da sinistra Marco Palladini, Mario Lunetta,

Gemma Forti, Donato di Stasi

Nella foto da sinistra, Gemma Forti, Donato Di Stasi, Leda Palma, Marisol Gabbrielli

Nella foto il pubblico assiste alla presentazione del volume