Le grazie Brune

di Velio Carratoni

Recensione di Simona Cigliana

Una storia d'amore e di erotismo narrata da un io monomaniaco, ossessionato dal desiderio e occupato a dipanare le proprie giornate attorno a un'unica attesa; un uomo assatanato ma spesso inconcludente, che distilla e complica la ricerca di sensazioni forti invischiandosi in relazioni carnali crude e al tempo stesso sfuggenti, elusive.
Un intellettuale che si lambicca a vuoto sulla natura del proprio piacere, convinto di aver operato una sana ed economica semplificazione nella sfera dei sentimenti eppure implicato in torbide vicende di agguati, appostamenti, ricatti. Intento a intrattenere molteplici amicizie femminili, ad insidiare molte donne, a spiarle nelle loro movenze, nei minimi dettagli dell'abbigliamento e dell'espressione ma ogni volta incapace di comprendere te loro motivazioni, i termini della dinamica che si è innescata così come i pensieri retrostanti, le valenze del copione recitato in coppia. Un protagonista lussurioso e cerebrale cui la cultura e l'intelligenza non valgono ad acquistare uno straccio di senso o di saggezza e nemmeno particolare credito presso l'altro sesso. Cosa distingue questo personaggio disturbato e disturbante da tanti altri antieroi, da tanti altri falliti che popolano la letteratura degli ultimi cent'anni?
Forse, direi, la sua accettazione prona di un orizzonte minimale di esistenza, che l'erudizione e l'esercizio intellettuale alimentano senza nutrire, volti come sono a razionalizzare e dunque a sostenere la riduzione del mondo a mero spazio circense, dove il corpo e la mente possono solo esercitarsi in gratuite evoluzioni.
E' infatti abitante di un mondo "à la fin de la décadence" il protagonista di questo inquietante romanzo di Velio Carratoni, cosi proclive a registrare in se stesso e nell'ambiente attorno i segni del disfacimento : tutto ciò che fuoriesce e gronda dal corpo -sperma ed urina. lacrime e sudore, sangue e deiezioni-; tutto ciò che si accumula e marcisce all'esterno, che emana lezzo e fetore, che lorda ed imbratta: metafora e cifra di un degrado morale ed ambientale che sembrano andare sintomaticamente di pari passo, rivelandosi ugualmente adeguati alla rappresentazione dei tempi.
Romanzo di tenuta e di coerenza stilistica, Le grazie brune si inscrive nell'ambito di una narrativa crudelmente voyeristica, vicina all'universo espressivo di un Moravia, da cui deriva pure. forse, oltre all'ambientazione borghese, l'algido velleitarismo del protagonista. Efficace anche nelle ricercate sciatterie, funzionali alla descrizione di un malessere endemico ed onnipervasivo, è un libro che non lascia indifferenti e che trasporta su un piano più alto e più complesso, in qualche modo nobilitandola, l'estetica del trash, cui conferisce, con sofisticatissima astuzia, spessore narrativo e dignità letteraria, dimostrando di essere la prova riuscita di uno scrittore maturo.

Simona Cigliana