Le grazie Brune

di Velio Carratoni

Recensione di Lucio Zinna

Mi pare rimarchevole soprattutto quel voler fissare la vita com'é, senza scarti né infingimenti o convenzioni, che è come un filo rosso che percorre l'opera in maniera più o meno sotterranea. E la vita, nel suo farsi, è vera protagonista del romanzo: grida le proprie pulsioni e il proprio bisogno di affermare se stessa, secondo i propri principi. Può essere, in tal senso, assunta a nucleo, punto nodale, del libro la considerazione dell'io narrante: "Ho fame di realtà, dopo anni di esperienze libresche" (che è lo stesso tema di fondo del "Faust" goethiano).
Da qui, il peso massiccio attribuito alla corporeità in generale e all'erotismo in particolare, quest'ultimo visto anche nella sua, a volte logorante, complessità e comunque non tanto come elemento di trasgressione, quanto piuttosto come liaison tra la nostra dimensione psicologica e quella biologica e, infine, come mezzo di liberazione. A principiare dal superamento ( o smascheramento nietzschiano) delle false liberazioni e dunque degli pseudo liberatori, quelli... storici e quelli che si sono aggiunti nella società attuale, in questa civiltà tecnologica, mediatica e globalizzata/globalizzante.
Romanzo, infine, anticonvenzionale, urticante, giocato su una scrittura fluida e accattivante, non elucubrata, nemica dei luoghi comuni, che può considerarsi un preclaro esempio di letteratura libertina, per così dire, post litteram.

Lucio Zinna