Dalla rivista Fermenti Settembre 1977, anno VII

OperAbilità Totale

di VITALDO CONTE

FERMENTI, sempre più sensibilizzata dalle aperture socio­culturali in « fermentazione », fermenta in questo caso un mono/ NUMERO/grafico su sperimentazioni di OperAbilità Totale. Questo per «visualizzare» un panorama (non fotografato, ma fotografabile) su linguaggi sintonizzati alla nostra realtà e ai processi di recupero totale delle potenzialità creative: spesso l'autore è «operato» dalla propria opera. Sperimentazioni non restringibili dagli elastici dei «generi» canonicamente messi in Croce, né da insidie mass media/te che vorrebbero oggettivarci in una delle scissioni schizofreniche «prodotte» dall'ago-puntura della società.

Copertina della rivista Fermenti, Settembre 1977

Se — molti nemici / molto onore — (diceva un Innominabile non-manzoniano) famosi/affamati sono i detrattori di queste poe­tiche: illetterati bavosi con incravattamento accademico, mum­mie letterarie resuscitate con supposte reazionanti in compa­gnia magari di vincitori di Streghe.
Eppure i progenitori ci sono millenari e contemporanei. Ma i detrattori dicono che sono «eccezioni ludiche» nella normatività della espansività lineare: quindi ogni progenie è sintomo di non-originalità. Quale originalità? Forse nel programmare mode che possono « vestire » l'editoria del consumo / non consumato: la cultura dei pollivendoli senza polli con i coltelli a uso-pollo.
Che ognuno seppellisca i propri morti metaforici: alcuni sono più vivi nella morte, per qualcuno addirittura c'è l'onore di un funerale pubblico. Anche il contro/potere può essere nel potere: è nel possesso polisemantico delle armi. E queste operazioni sono possibilità d'intervento politico-estetico da parte di « chiunque »: i mezzi comunicativi e i codici sono «proprietà» del sistema del «linguaggio corrente». Siamo tutti OperAbilitati a farlo: la direzione, però, è nella prassi delle stelle.
Io monocuratore « fermentato » non ambisco a presentare un quadro generale, in atto, della poetazione totale: raccolgo alcuni esempi teorico-visuali dalla variabile significanza. Quindi una totodisposizione disposta senza totalità.
Sottolineo che dietro ai « capi storici » di queste ricerche (spesso discretamente «sistemati») non c'è il vuoto Totale (come si era temuto qualche anno fa) ma un discreto numero di giovani (spesso « da sistemare »): molti sono «produttori» anche di grafiapoetica lineare (localizzabili geograficamente soprattutto nel Nord, in particolare nel Veneto). Questa «proliferazione» espande un pericolo: può diventare «in» per un giovane poeta fare il «visuale» (almeno una volta). Temo che stia iniziando il conteggio del contagio.

 

LAMBERTO PIGNOTTI - Living Theatre, 1970

intervento su foto di giornale

LAMBERTO PIGNOTTI - Da larga indolenza, 1974

intervento su foto di giornale

EUGENIO MICCINI

EUGENIO MICCINI

LUCIANO ORI - Sound poem, 1973

TAKAHASHI SHOHACHIRO - The sound tearing a sheet of paper the paper writing the letter as a sound, 1974

FLAVIO ERMINI

CARLO VILLA - Ad ore, 1977

CARLO VILLA - Jes, 1977

MARCELLO LANDI

(da Fermenti n. 11/12, Novembre/Dicembre 1976)