Nel n. 222 di Fermenti, periodico a carattere culturale, informativo, attualità e costume, diretto da Velio Carratoni, anno XXX, Gualtiero De Santi in Trittico lirico da terre di confine prende in esame autori come Tullio Masoni, "poeta riservato e pudico, che consente alla propria scrittura una vita giocata sull’essenziale e sulla risonanza interiore…", Consiglia Recchia, Adriano Gattucci "poeta nato e cresciuto nelle Marche, imbevuto di quella sensibilità per il paesaggio, definito ed aereo che ha caratterizzato gli autori di questa regione…".

Domenico Cara, in un contesto ancora più esteso si occupa di poeti recenti che hanno lasciato il segno, come Marco Palladini, Marina Pizzi, Marica Larocchi, Rossano Onano, Cesare Ruffato, Mimmo Grasso, Enzo Madruzzato, Franco Buffoni, Lina Angioletti, Anna Rosa Panaccione, Camillo Pennati, Marco Furia, Andrea Rompianesi e molti altri.

Secondo Cara, la poesia sembra docile "perché si rileva a bassa voce…Brillano certi suoi sintagmi, ma il resto è stato confuso di sillabe…". E il discorso diviene non solo critico, ma anche sociologico o epocale. Tutto per dimostrare che la poesia svolge una sua funzione da protagonista, anche quando genera illusioni, dicendo poco, tanto o niente. Però svolge lo stesso una funzione insostituibile anche di perenne spettatrice o commentatrice di realtà esibite o nascoste che nessun altro mezzo espressivo può uguagliare.

Domenico Alvino, in un ampio saggio analizza la poesia performativa di Giovanna Sicari.

Seguono interviste a Stanislao Nievo, Dante Maffia e la violoncellista Paola Bucan.

Luca Ragagnin, nella sezione teatro, presenta un suo lungo atto unico, Festivalwar.

Seguono racconti inediti di Aldo Rosselli (Da una generazione all’altra), in cui emerge un’atmosfera onirica che sa molto di realtà dissociata o di esasperata constatazione o delirante analisi di tutto ciò che sa di fatto o di ricordo sfuggente, di Velio Carratoni (Non la finisce mai), in cui l’azione non è semplice descrizione, ma amara compromissione o sdegnata riflessione in una metropoli intossicata di smog o frastornata da rumori assordanti, da crepacuore; di Ranieri Carli (L’artista), in cui si parla di uno "scapolo che aveva sempre avuto una passione sviscerata per l’arte: verso la quale, che si trattasse di musica, pittura, poesia, danza, scultura o altro, nutriva una ammirazione sconfinata, una dedizione che aveva, al contempo, qualcosa di mistico e di candido…"; di Sergej Timofev, Paolo Galvagni, traduce Nell’orbita di Riga.

Seguono i poeti Alessando Fo, Fiorenza Mormile (presentata da Antonella Anedda e Gabriella Gianfelici), Leopoldo Attolico, Anna Maria Ferramosca, Chiara Scalesse, Hafiz, tradotto da Mario Verdone.

Inoltre Fiorenza Mormile presenta la poetessa Wendy Cope.

Tra gli artisti presentati, Maria Luisa Ricciuti, Baldo Savonari, Giorgio Chiesi, Francesca Gargano.

Risultano inoltre recensioni su Stanislao Nievo (Claudio Marabini), Mario Lunetta (Giuseppe Neri, Matilde Surace), Antonio Pizzuto (Antonio Pane), Gemma Forti (Renzo Paris), Stefano Lanuzza (Gabriela Dragnea Horvath), Angela Chermaddi (Janina Hauser Jakubowicz Zecchini), Giuliano Ladolfi (Giuseppe Favati), Marco Palladini, Maria Jatosti, Giuseppe Brandone (Donato Di Stasi), Alessandro Pera (Marina Chiarioni), Silvana Folliero (Francesco A.Giunta), Giorgio Carpaneto (Maria Racioppi).

A quindici anni dalla morte, Francesco Vagni ricorda Marino Piazzolla.

Carmelo R.Viola si occupa di Rocco Derek Barnabei "rieducato per morire" in un paese che crede di incivilire il mondo, facendo poco per non smorzare certi suoi atteggiamenti di strapotere guerrafondaio.

Il fascicolo di 196 pagine, che costa L. 20.000, viene presentato a Roma il 29 novembre 2000, alle ore 18.00, presso la Libreria Odradek di Via dei Banchi Vecchi, 57.