La centralità della politica: discutere socraticamente tra maestri estudenti, e tra studenti.
Dialettica delle idee, dei pensieri, dei comportamenti. Al contrario ladittatura non genera politica, ma mostri della ragione; potenti dissennatidal petto gonfio e dal becco irsuto.
La politica è dominio di sé e non su gli altri; sta di fatto che spesso degenerain lotta, inimicizia, colpi al basso ventre, bla... bla infinito e stucchevole (Politica significa anche guardare negli occhi l’avversario). Trovare i termini di connessione. Saper ascoltare e ascoltare, saper dire in sintesi, essenzialitàdi concetti e, tuttavia, gli elementi delle questioni e dei problemi vanno chiariti e spiegati con parole autentiche, esatte e non ambigue, canagliesche,confuse.
Potenza delle parole, potenza degli individui che devono partecipare alla cosa pubblica; pensare, scrivere non isolati nell’ideologico narcisismoe per l’interesse privato; non proclamare “io” ma “noi”.
Desidero confidare ora che cosa veramente è stata la politica per me ventenne. Una dimensione nuova perché avevo vissuto fino a quel ‘45-‘46 un'apodittica stagione, subito una pesante dittatura famigliare, collettiva,psicologica.
Il mestiere di figlio consapevole degli eventi e della Storia è molto difficile e, tuttavia, io seppi affrontare queste difficoltà. Politica, al mio istinto digiovane donna, fu assalto alla libertà negata: comizi, discussioni tra coetaneie votazione. Politica fu uscire di casa, quasi fuggendo, per poter ascoltare in una piazza un uomo o una donna parlare su uno sgangheratocamioncino, urlare, spiegare che cosa stava accadendo in Italia.E m’impegnai - dopo - a collaborare alla ricostruzione mentale, psicologica,comportamentale del mio Paese.
Un partito (i partiti sono necessari alla democrazia vissuta e capita) molti giornali e riviste culturali, onvegni, congressi.
Significava esporre a tutti le mie idee, il mio modo di vivere di giovanedonna che voleva soltanto accompagnare liberamente il proprio tempo. Costruirmi con gli altri, non da sola, confrontare il mio pensiero coni pensieri - maturi e non - dei colleghi.
Stare insieme, volersi bene, stimarsi, aiutarsi. E, soprattutto, per me borghese, concentrarmi sulla povertà alla luce degli avvenimenti che incalzavano.Sentieri pericolosi fino ad un certo punto poiché la logica non abbandona mai chi ha volontà.
Scrivere con estrema onestà, senza i vermi che corrodono il cervello. Il crollo della coscienza avviene quasi sempre attraverso un becco adunco. Ho amato il ‘900 per quello che mi ha dato e lo amo ancora poichéè dentro di me, soprattutto per la filosofia, la scienza, le problematiche civili e sociali. Ed è opporsi con tutte le forze al tradimento che noi stessi potremmo fare alla nostra vita: opporsi ai fondamentalismi ideologici e religiosi. E se venissero a dirmi, nel giorno più grigio della mia esistenza, che la democrazia non basta, che forse è meglio una forma di dittatura, che imbriglia ipotesi e forze, io risponderei: dialettica tra tutti i popoli della terra, di questo nostro globo cosmico malato, ferito, impazzito, disperato.
Silvana Folliero